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Infrastrutture a prova di rischio sismico

Infrastrutture a prova di rischio sismico

Gasdotti e impianti di compressione vengono progettati seguendo le più rigorose normative internazionali e non hanno mai subito alcun danno dai terremoti.

Snam opera in Italia da oltre 75 anni e realizza metanodotti interrati e impianti seguendo le più rigorose normative internazionali, anche sulla sismicità.

 

In Italia oggi ci sono 34 mila chilometri di metanodotti (1.000 nel solo Abruzzo, 600 in Umbria): nei principali eventi sismici degli ultimi 40 anni, dal Friuli all’Irpinia, dall’Abruzzo all’Emilia, le infrastrutture non hanno subito alcun danno e non si sono mai verificate interruzioni delle forniture. Lo stesso vale per i 20 impianti, tra stazioni di compressione e siti di stoccaggio, attualmente in esercizio in Italia.

 

Il tracciato dei metanodotti è stato definito scegliendo i lineamenti morfologici e geologici più sicuri (fondovalle, terrazzi, dorsali, ecc.) e comunque lontani dalle aree interessate, anche solo potenzialmente, da dissesti idrogeologici o sismici. In sede progettuale sono stati presi in considerazione gli effetti diretti di un sisma potenziale sulle tubazioni interrate, sottoponendo il metanodotto in progetto a verifica strutturale allo scuotimento sismico (shaking). I risultati hanno evidenziato l' idoneità dello spessore della tubazione a sopportare le sollecitazioni trasmesse dal movimento transitorio del terreno durante l’evento sismico.

 

Tracciato metanodotti

 

In aggiunta, al fine di verificare le dimensioni della trincea di scavo e le caratteristiche granulometriche del materiale di riempimento, è stato affrontato lo studio della risposta sismica locale, con riferimento alle più recenti normative sul tema.

 

Le verifiche sono state effettuate tenendo conto delle condizioni più gravose e i risultati mostrano che l’amplificazione dinamica dei terreni non comporta particolari criticità sul metanodotto interrato.

 

Le condotte Snam sono periodicamente controllate dall'interno con apparecchiature automatiche che rilevano qualsiasi variazione di spessore dell'acciaio e i fenomeni corrosivi eventualmente in atto.

Eventi sismici del Friuli e dell'Aquila

Nel periodo che va da maggio a ottobre del 1976, il Friuli fu colpito da un’intensa sequenza sismica culminante in due scosse di elevata intensità, fino a una magnitudo 6,4. Il gasdotto Sergnano-Tarvisio attraversa l’area epicentrale e ha quindi subito lo scuotimento sismico massimo, senza tuttavia riportare alcun danno, come testimoniato dal fatto che il flusso del gas non fu interrotto, né subì perdite.

In concomitanza della sequenza sismica del territorio aquilano (l’evento più forte è del 6 Aprile 2009, con magnitudo valutata 6,3) non è stato rilevato alcun tipo di danno né interruzione nelle forniture né perdite di gas dai metanodotti di Snam, tra i quali il Vasto-Rieti che attraversa le aree più intensamente colpite dal terremoto.

Terremoto nel nord-est del Giappone

Anche nella letteratura tecnica internazionale non sono riportati casi di danni a tubazioni integre in acciaio, saldate e controllate con le attuali tecniche, per effetto dello scuotimento sismico del terreno. Oltre alla casistica italiana, il recente terremoto che ha colpito il nord-est del Giappone, con una scossa di terremoto di magnitudo 7,1, non ha causato alcun inconveniente alle infrastrutture di trasporto gas.

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ultimo aggiornamento
20 aprile 2018 - 13:33 CEST